18 Maggio 2015
Numerazione civica, nota del Comune
In riferimento alla nota stampa del movimento “Progetto civico Ardea” si precisa che:
“Dispiace leggere che alcuni cittadini abbiano avuto un disservizio alla Asl per il cambio del medico. Dispiace perché alla Asl sarebbe bastato davvero poco per risolvere il problema: in primis, avrebbe potuto chiedere una password per accedere alla banca dati Ina-Saia, l’Indice nazionale delle anagrafi, dove gli enti pubblici possono vedere i movimenti della popolazione (lo fanno la Motorizzazione civile, l’Agenzia delle entrate, l’Inps, tanto per fare qualche esempio). Come da legge il Comune di Ardea aggiorna l’Ina-Saia ogni due giorni. Non è però questa una condotta che sembra vada bene alla Asl, visto che persino per gli screening mammografici viene a chiederci ogni anno la lista delle residenti e persino le liste d’iscrizione alle liste elettorali. Perché? A cosa serve quest’ultima per uno screening? La Asl è una delle cause delle code all’anagrafe, visto che per un cambio del medico ha il coraggio di chiedere i certificati di residenza e non le autocertificazioni, così come previsto da legge. Dunque, sarebbe il caso di snellire, velocizzare e migliorare, non di complicare le cose. In merito al cambio della toponomastica, inoltre, precisiamo che sono state coinvolte 5mila famiglie e che a tutte è stata mandata la lettera che di fatto sancisce la modifica del numero. Lo abbiamo comunicato con manifestini, sul sito internet, attraverso comunicati alla stampa. A causa dei disservizi del recapito, a qualcuno non è arrivata la lettera. Per questo abbiamo agito su due fronti con Poste Italiane: abbiamo incontrato l’azienda e abbiamo chiesto di rendere più efficiente il recapito. Contestualmente, poi, Poste si è impegnata a mandare una posta massiva per fare in modo di migliorare, per quanto possibile, l’attività dei portalettere nelle zone colpite dai ritardi. Qui in Comune abbiamo aperto una struttura che consente al cittadino di venire in municipio e farsi stampare di nuovo la lettera stessa. Di 5mila famiglie coinvolte abbiamo seguito questo secondo percorso, fino ad ora, almeno per mille. Non contenti di ciò l’area dei servizi demografici sta anche facendo sopralluoghi, casa per casa, per definire le situazioni più critiche. Ne facciamo circa 20 ogni settimana. A fronte di un cambiamento così importante come quello del civico, basterebbe un po’ di buonsenso. Come? Iniziando a non obbligare a fare certificati ma chiedendo un’autocertificazione”.
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